“Si può resistere alla forza di un esercito, non si può resistere alla forza di un’ idea.”

Victor Hugo

Il progetto espositivo che Cascina Roma ospiterà dal 16 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017 tratta il lavoro di due artisti : Sara Forte e Alì Hassoun.Una donna italiana, scultrice, che lavora con determinazione vari materiali ed ama sperimentare tecniche ardite ed antiche.Un uomo libanese di nascita, pittore, che dipinge ostinatamente in maniera classica, raffigurativa e racconta storie di integrazione e confronto.Due mondi apparentemente opposti nelle tecniche espressive  e nei contenuti, ma legati da una profonda amicizia personale  e reciproco rispetto: è proprio su queste basi che è nata la collaborazione fra i due artisti e quindi l’audace idea di una mostra comune.Sara Forte, giovane artista piemontese che abbandona la pittura tradizionale per dare spazio alla sperimentazione di tecniche e materiali, che vedono come protagonista principale il silicio. Opere tridimensionali dove questo elemento viene inteso come oggetto concettuale, che raffigura l’evoluzione della comunicazione, manufatto di testimonianza di un discorso sull’uomo, materia di archeologia moderna e di sintesi della complessità del vivere odierno. Il silicio infatti è oggi l’elemento indispensabile nella costruzione e nel funzionamento dei più importanti supporti elettronici di uso comune. Il tema affrontato da Sara nel proprio lavoro è dunque, in realtà, la comunicazione. Il silicio rappresenta parte integrante di una realtà virtuale quanto reale nella quale siamo ormai tutti totalmente immersi. Esso diventa l’elemento concettuale protagonista che esce allo scoperto in una veste insolita. Lo vediamo nelle opere di Sara Forte, mentre quasi ignoriamo che sia così  prezioso da renderci dipendenti, quasi schiavi,  di una virtualità ossessiva e vincolante.     Il silicio poi è necessario anche  per fare il vetro, così l’artista piemontese  presenta anche inediti pezzi unici realizzati nelle più note fornaci di Murano. Alì Hassoun, artista italo- libanese,  si fa interprete di culture diverse ma confrontabili, che convivono nello spazio perfettamente orchestrato delle sue tele coloratissime. I personaggi di un Islam o di un’Africa tanto vissuta quanto favolosa e immaginata, nelle sue composizioni sono tutti catturati in un gioco di citazioni e di rimandi indiretti  tra figura e sfondo. Il tema più evidente fra quelli che emergono nella sua ricerca pittorica è relativo al viaggio. Viaggio fra le culture e i mondi, fra le diverse epoche della storia e viaggio fra le arti. Hassoun propone un’idea di umanità come qualità universale,  comune fra tutti i popoli, fondata su una spiritualità originaria che precede le diversificazioni religiose e politiche. La sua pittura, solida e cristallina nei primi piani quanto invece sfumata  e lieve negli sfondi, ci invita a guardare il mondo con gli occhi ben spalancati, consci del fatto che per mettere a fuoco le cose distanti da noi bisogna acuire lo sguardo. Ed aprire la mente.Una mostra, questa di Cascina Roma, fortemente voluta dai due artisti, amici fra loro ed amici dell’arte, importante e coraggiosa. Una mostra sul confronto, sulle diversità, sugli stili e sul nostro mondo contemporaneo tutto. Perché l’arte, questo ci dicono Sara e Alì, è di tutti. E anche il mondo.

                                                                                                                      Willy Montini

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